L’8 giugno 2011 sono trascorsi i primi 10 anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. 231, e del conseguente superamento del principio “societas delinquere non potest”. È quindi un’occasione per fare un breve bilancio  su quanto l’introduzione della responsabilità amministrativa da reato ha significato per gli Enti.

La prima sentenza di applicazione dei provvedimenti previsti dal D. Lgs. 231 è stata pronunciata il 4 novembre 2002 dal Tribunale di Pordenone: la Società Alfa s.p.a. veniva riconosciuta penalmente responsabile in virtù degli artt. 5 e 25 del D. Lgs. 231 “perché il proprio legale rappresentante, Tizio, commetteva il delitto di tentata corruzione, sopra descritto, nell’evidente interesse e a fini di vantaggio della società da lui rappresentata ed amministrata”. Il suddetto Tribunale condannava quindi la Società Alfa s.p.a al pagamento della sanzione amministrativa, stimata in 200 quote (ex art. 10, terzo comma, D. Lgs. 231), dell’importo di base di Euro 260, 00 per un importo totale di Euro 52.000. Per arrivare in data 15 aprile 2011 alla dura sentenza di condanna da parte della Corte d’Assise di Torino inflitta alla Società Thyssen Krupp Acciai Speciali Terni S.p.A., ritenuta colpevole della violazione dell’Art. 25 septies (D. Lgs. 231), ossia di “Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro”, e condannata quindi a sanzione pecuniaria di un milione di Euro, alla sanzione interdittiva di mesi sei, alla confisca di Euro 800.000 ed alla pubblicazione della sentenza sugli organi di stampa e comunicazione.

Dopo un avvio abbastanza in sordina e di rodaggio di conoscenza da parte dei Pubblici Ministeri, facendo semplicemente un’indagine di ricerca sono ad oggi oltre un centinaio le sentenze che hanno visto l’applicazione delle sanzioni sia interdittive dal poter partecipare a richieste ad esempio finanziamenti pubblici, che sanzioni patrimoniali a carico delle Società, previste dal D. Lgs. 231.

I reati di truffa ai danni della Pubblica Amministrazione, l’indebita percezione di finanziamenti pubblici e i reati di concussione e corruzione sono i principali illeciti commessi andando ad analizzare i procedimenti avviati a carico delle Aziende.

E’interessante però procedere anche ad un’altra lettura di questi dati: nell’intenzione del Legislatore il D. Lgs. 231 deve agire come deterrente alla possibile commissione dei reati ed il Modello Organizzativo Gestionale deve quindi funzionare come prevenzione verso le fattispecie di reato.

Il principio che il Legislatore cerca di perseguire è sicuramente la prevenzione. E seguendo appunto questo principio sono state apportate via via le modifiche allo schema iniziale di Decreto che hanno visto ampliarsi l’elenco dei reati presupposto, come ad esempio l’inserimento come reato dell’inosservanza della normativa antinfortunistica, per giungere infine all’ultimo ampliamento di questo elenco che vedrà di prossima pubblicazione anche l’ingresso dei reati ambientali.

Nonostante la realtà italiana sia caratterizzata da un tessuto produttivo dove le aziende hanno in media meno di 15 dipendenti e rientrano nella classificazione di medie, piccole e piccolissime imprese, l’adozione di un Modello Organizzativo Gestionale ai sensi del D. Lgs. 231 deve essere colta come un’occasione per tutte le Aziende per “governare” i rischi andando ad agire preventivamente con misure di controllo efficaci. Ma non solo: a rafforzare ed estendere l’applicabilità del Decreto 231 è una recente sentenza (numero 15657) del 20 aprile 2011 della Cassazione che ha ampliato anche alle imprese individuali gli adempimenti previsti dal D. Lgs. 231/01. In caso di commissione di reato ex 231 anche le imprese individuali saranno oggetto di sanzioni amministrative.

Aspettando la pubblicazione dei reati ambientali, il percorso del Legislatore, iniziato dieci anni fa non è ancora finito: sono infatti allo studio l’aggiunta di nuove fattispecie di reato afferenti alla criminalità d’impresa: come ad esempio i reati tributari, i reati di usura ed estorsione, e anche la previsione anche di una tipologia di reato che punisca le Imprese che impieghino manodopera clandestina.

Gesta Srl è a disposizione per ogni chiarimento in merito.

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