Purtroppo, mentre sto scrivendo questo articolo, l’aggressione della Russia all’Ucraina prosegue. I progressi sul fronte della diplomazia sono scarsi perché condizionati da altri interessi oltre a quelli sul fronte della guerra iniziata il 24 febbraio scorso.
È bene ricordare che quello russo-ucraino non è l’unico conflitto in corso. È quello a noi più vicino sia fisicamente che culturalmente. I teatri di guerra censiti da Armed conflict location & event data project (ACLED) sono 59 tra i quali: Siria, Yemen, Etiopia, Mali, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan, Libia, Somalia. Un elenco completo lo possiamo trovare su www.guerrenelmondo.it.
Parlare di cyberguerra in questo particolare momento riconduce le mie riflessioni però al particolare contesto di guerra russo-ucraino ma, in realtà, la cyberguerra è una guerra non convenzionale condotta con continuità da tutti gli Stati: propaganda, disinformazione, attacchi a infrastrutture critiche, raccolta dati e informazioni (intelligence), sottrazione e distruzione di dati (hackeraggio) vandalismo informatico (deface), intralcio alle apparecchiature (equipment disruption).
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di Renato Goretta pubblicato su L’Unità Europea, p. 7
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