La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è la Direttiva europea che sostituisce la precedente NFRD (Non Financial Reporting Directive) per ampliare la platea di imprese soggette all’obbligo di rendicontazione dei propri impatti ambientali, sociali ed economici. Introduce un nuovo ed unico standard di rendicontazione al fine di facilitare la comparabilità dei dati. Lo standard è l’ESRS (European Sustainability Reporting Standard) sviluppato dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). Per le PMI quotate che restano al di sotto di determinati limiti dimensionali è stato pensato uno standard ad hoc (LSME ESRS) attualmente in fase di Bozza in consultazione. Mentre per le PMI che restano al di fuori dell’obbligo legislativo è in fase di Bozza in consultazione lo standard volontario (VSME ESRS). Le altre novità introdotte dalla CSRD sono: l’obbligo di limited assurance da parte di un auditor, la digitalizzazione della informativa attraverso etichettatura digitale e la sua disposizione all’interno della Relazione sulla Gestione. Il recepimento della CSRD in Italia, previsto inizialmente il 6 luglio, è stato prorogato al 10 settembre 2024. Vuoi sapere se e quando la tua impresa sarà interessata dall’obbligo di rendicontazione? Ecco le fasi di applicazione della Direttiva: Dal 2025 (su anno fiscale 2024): tutte le imprese quotate, banche e assicurazioni soggette alla NFRD. Queste imprese durante l’anno fiscale hanno avuto una media di dipendenti superiore a 500 e, alla data di chiusura del bilancio, superano almeno una delle seguenti soglie: 20 milioni di attivo; 40 milioni di ricavi netti. Dal 2026 (anno fiscale 2025): grandi imprese non quotate che, alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, abbiano superato almeno due delle seguenti soglie dimensionali: un numero di dipendenti superiore a 250; 25 milioni di euro di stato patrimoniale; 50 milioni di euro di ricavi netti. Dal 2027 (anno fiscale 2026): PMI quotate, istituti di credito di piccole dimensioni e imprese di assicurazione dipendenti da un gruppo (captive). Le PMI per ulteriori 2 anni possono avvalersi della opt-out option, avvalendosi quindi della possibilità di non rendicontare fino a gennaio 2029 (anno fiscale 2028), previa spiegazione delle ragioni di astensione. E dunque, quando iniziare ad agire per rendicontare? Il prima possibile. Il processo di rendicontazione di sostenibilità è un processo stimolante ma complesso, che richiede il coinvolgimento e la consapevolezza di tutta l’organizzazione. E se sono una PMI che non rientra nei requisiti di obbligatorietà? Tutte le PMI possono cogliere l’opportunità di rendicontare i propri impatti di sostenibilità avvalendosi dello Standard volontario ESRS VSME. È una scelta giusta, non solo per le comunità e l’ambiente, ma anche per l’impresa stessa, che sarà in grado di porsi sul mercato come un interlocutore responsabile e trasparente. |
della Dott.ssa C. Salvatori – Area Sostenibilità e Ambiente, 02/08/2024
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